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Archivio

 

L’archivio storico dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma conserva, tra la documentazione più antica, quella risalente all’attività caritativa di Dona Guiomar, nobildonna di Lisbona che fonda, nel 1363, la prima struttura romana destinata ad accogliere i pellegrini portoghesi. Questo ospizio, nel rione Monti, e un secondo fondato a Campo dei Fiori, saranno più tardi riuniti ad un terzo creato nel 1440, per volere del cardinale Antão Martins de Chaves, nella zona di Campo Marzio. Nella chiesa che allora si edifica viene istituita, nel 1540, dal Papa Paolo III, la Confraternita di Sant'Antonio dei Portoghesi. L’attività di questa istituzione – che nei secoli, oltre all’accoglienza dei portoghesi a Roma, ha accumulato le funzioni di rappresentazione nazionale presso la Corte pontificia e di polo culturale – è documentata e conservata nel nostro archivio.
Il materiale archivistico che ha resistito, nel corso degli anni, ad ogni sorta di intemperie naturali e vicissitudini storiche, è stato riordinato dal Segretario della Congregazione, João Alvarez de Castro, nel 1870. In seguito, nei difficili anni della II Guerra, è stato merito di Monsignor José de Castro, rinomato storico e allora Rettore dell’Istituto, la sua revisione e divisione, di cui è risultata l’asportazione della documentazione più direttamente collegata con i rapporti diplomatici tra il Portogallo e lo Stato pontificio negli archivi dell’Ambasciata presso la Santa Sede e il suo approfondito studio storico di cui risultarono i due volumi di Portugal em Roma, tutt’oggi un’opera di riferimento per lo studio della presenza dei portoghesi nella città papalina.

    La documentazione conservata presso l’IPSAR è relativa a:
•    amministrazione delle proprietà e stabili appartenenti a Sant’Antonio dei Portoghesi;
•    gestione delle eredità e lasciti di legati portoghesi ed italiani;
•    fondo diplomatico pergamenaceo;

Nel 2015-16 si ha proceduto all’igienizzazione della documentazione, accomodamento del materiale in contenitori acid-free e digitalizzazione dell’intero archivio (documentazione precedente al 1980) con relativa descrizione della documentazione nell’applicazione Archeevo (Keep Solutions), il che permette di agevolare la consultazione del materiale archivistico da parte degli utenti.
L’accesso alla documentazione è riservato.

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